Cercare lavoro: episodio 5 | Dimissioni

Carissimi lettori,

mi scuso per la lunga assenza ma ci sono stati alcuni avvenimenti che mi hanno impedito di dedicare tempo al blog.
Uno di questi è stato il nuovo lavoro che ho trovato e che sarà oggetto di un prossimo articolo.
Oggi vi parlerò delle dimissioni, imprescindibili prima di iniziare un nuovo lavoro.
Non andremo nei dettagli tecnici del come (per iscritto) o quando (fine mese o prima o seconda parte dell’anno), bensì ci terremo generali, sul cosa significa dare le dimissioni.
Siete pronti?

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Primo capitolo:  Quando darle
Chiaramente, come avrete potuto intuire, le dimissioni coincidono con la fine di un lavoro e l’inizio di un altro.
Ricordatevi che durante la ricerca di un altro lavoro (o meglio, di un’altra sfida) è meglio che:

A) non vi esponiate nel lavoro corrente, in quanto certi colleghi potrebbero spifferare roba e porvi in situazioni difficili.
B) non cercate lavoro sul posto di lavoro (ebbene sì, c’è gente che lo fa).
C) Non annunciate nulla! finché non avete trovato lavoro, acqua in bocca.
D) Mantenete la stessa perfomance sempre e comunque fino all’ultimo giorno.

Date le dimissioni solo quando avete firmato il nuovo contratto di impiego e avete verificato i termini delle vostre attuali dimissioni.
Fate attenzione in quanto le dimissioni rappresentano la separazione tra voi e l’impresa.
Vengono a mancare tutti i presupposti sui quali si fonda la relazione tra datore di lavoro e prestatore di lavoro ossia fiducia, motivazione, impegno e condivisione di una visione.
Potrebbe succedere che l’impresa, vi faccia una contro-offerta per restare ma lì bisogna prestare attenzione a come si evolve la trattativa.
In altri casi, l’impresa potrebbe benissimo non fare alcuna contro offerta e anzi, prenderla “male” a seconda di come le dimissioni (con loro il contesto etc etc ) arrivino.

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Secondo capitolo: come comunicarle. 
Una volta che le avete consegnato per iscritto al vostro responsabile, potrebbe accadere che si discuta del perché.
Cercate di motivare la vostra scelta in più punti, non focalizzatevi né sull’aspetto economico né sui colleghi.
Mettete in valore l’opportunità che vi è stata data sempre! Volenti o nolenti qualcosa avrete comunque imparato, positiva o negativa che sia.
Ricordatevi che è assolutamente benefico per voi rimanere in buoni rapporti, non si può sapere mai ma…….. in futuro potreste tornare proprio in quella impresa!

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Terzo capitolo: come comunicarle ad un team. 
Se lavorate in un team, a seconda del vostro ruolo, delle vostre responsabilità ed esperienza sarà un momento delicato comunicarle al team.
Proprio perché lavorate in un team, potreste anche avere un relazione diversa col team.
Magari siete più in confidenza con alcuni, magari siete un punto di riferimento, magari siete una sorta di leader.
Comunicare le vostre dimissioni al team, dovrebbe seguire verosimilmente lo stesso percorso di quando le avete comunicate al vostro responsabile.
Motivate anche qui e se siete più in confidenza aggiungete qualche dettaglio ma non esponetevi più di tanto.
Anche col vostro team dovete rimanere in buoni rapporti, il team sarà una parte del network professionale che state costruendo……e la rete di contatti conta quasi più del CV.

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Quarto capitolo: i saluti. 
I saluti non sono mai facili, specie se avete trascorso molti anni in una impresa e avete condiviso vari momenti.
Una impresa può attraversare vari cicli (vacche grasse, vacche magre) e conseguentemente questo può influire, eccome, sull’umore nonché sui rapporti con i vostri colleghi.
Ovviamente, tutto ciò, si sommera nei saluti finali dove “rivedrete” questa relazione  passarvi davanti.
Vi consiglio pertanto di:
– salutare tutti i colleghi con cui avete lavorato.
– salutare tutti i colleghi con cui avete anche solo discusso e/o avuto scambi.
– anche coi i saluti, rimanete in buoni rapporti!
– perché no, organizzate una cena o aperitivo di arrivederci.

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Conclusioni. 

Ebbene sì, dare le dimissioni non è mai facile.
Sapete bene cosa lasciate ma non sapete cosa troverete fuori da quei muri.
Le dimissioni sono molto pericolose perché, qualora le ritiraste, potreste veramente ritrovarvi in una situazione difficile in azienda.
Avrete un sacco di momenti nei quali sarete sul punto di volere darle ma ricordate che il mondo del lavoro è un mondo di “stress” e di resilienza.
Non potete dare le dimissioni ogni volta che qualcosa non va bene o non appena avete un conflitto con un collega (salvo casi gravissimi ma veramente gravi).
Lasciate che le cose che accadono vi attraversino e non vi influenzino troppo.
Cercate di restare in contatto coi colleghi con cui ne vale la pena e perché no provate pure a costruire una amicizia con loro.
Armatevi di coraggio e ricordatevi che solo uscendo dalla comfort zone potrete sapere cosa sapete fare.
Per il resto…..che la forza sia con voi!

A presto,

Fabio

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Cercare lavoro: episodio 4| Il colloquio

Carissimi,

benvenuti ad un nuovo articolo dove cercherò di non scartavetrare i maroni e non solo.
In questo episodio desidero parlarvi delle mie esperienze coi colloqui e su come preparavi al meglio per il vostro prossimo colloquio.
Come già accennato non c’è una verità assoluta, bensì, invece, una serie di linee guida e consigli che si adattano sempre.

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Dividerò il post in più parti:

1) Sono stato scelto, cosa c**** faccio/dico.
2) Prima del colloquio cosa faccio.
3) Come mi vesto.
4) Cosa faccio/dico al colloquio.
5) Colloquio finito….ed ora?

Siete pronti?

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Parte 1: la risposta positiva. 

Diciamocelo chiaro e tondo….ma quanto siete felici quando ricevete una risposta positiva da una candidatura che avete inviato?
Lo so, anche io lo sono ed è troppo bello, sopratutto quando usate tutto il vostro traffico dati per comunicarlo tramite WhatsApp a tutti i vostri amicicci.
Ebbene, da buoni Capitan Ovvio avrete intuito che l’essere stati scelti significa che piacete e che siete un potenziale candidato.
Lo siete voi come i molti altri che sono stati selezionati.
Pertanto, non montatevi la testa ed iniziate a preparavi per la seconda fase, sia essa via Skype, via telefono o di persona.
Potrebbe essere che l’impresa vi proponga delle date nelle quali fare il colloquio, qualora voi non potiate (per qualsiasi motivo) offrite sempre una alternativa.
L’impresa dovrebbe capirlo e dovrebbe a sua volta, magari, proporre altre date.
Se il colloquio, invece, prevede che voi dobbiate recarvi in sede, guardate il percorso, organizzate il viaggio!
Volete il lavoro sì o no? Ebbene, organizzatevi di conseguenza.
Qualora fosse logisticamente difficile, motivate il cambio di orario o data.
Qualsiasi impresa dovrà (e lo farà) capire che non tutti i candidati dispongono di una automobile.

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Parte 2: la preparazione.

Una volta che siete stati selezionati e che avete pianificato il viaggio, inizia la fase di preparazione.
Preparatevi in merito alla posizione alla quale avete apposto la vostra candidatura nonché preparatevi sull’impresa!
Ebbene sì, è importantissimo prepararsi sull’impresa e sul bene/servizio che la stessa offre.
Perché? perché sennò passerete per impreparati e per disperati che si candidano ovunque.
Informatevi quindi sulla storia, i prodotti, i servizi, il mercato di riferimento e via di seguito.
Esercitatevi a parlare davanti allo specchio, con un amico/a.
Preparate una breve presentazione di voi e ricordate che…..se siete stati invitati vuol dire che qualcosa di voi che potrebbe andare bene/piacere a quella impresa e che quindi…..siete appetibili!

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Parte 3: l’Outfit.

Consiglio sempre di vestirsi bene, piuttosto che male.
Mi direte, wow che gran consiglio… !
Ebbene, è meglio prendersi sul serio che no.
Chiaramente, se andate a fare un colloquio in una banca o in qualche impresa con un alto fatturato, o casa di moda o comunque per una posizione alta…..andate con l’abito.
Ricordatevi che alcuni recruiter, potrebbero anche guardare come siete vestiti e giudicarvi (in modo sbagliato) in merito a ciò.
Se non sapete come vestirvi, guardate le foto dell’impresa oppure chiedete aiuto ad amici.

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Parte 4: Il colloquio.

Eccoci alla parte più importante: il santissimo colloquio.
Già vi immagino, tutti stressati e sudati….come giusto che sia, arrivare in sede con la camicia già pezzata.
Ebbene, sappiate che è normale. Del resto, siete umani voi come i recruiters che vi esamineranno.
Veniamo al dunque.
Una volta seduti nella stanza con il recruiter (oppure con 2/3 persone) dopo i convenevoli nonché le domande rompi tensione quali: “Ha avuto difficoltà ad arrivare?” oppure “Che bella giornata”, probabilmente vi verrà richiesto di presentarvi.
Cercate di riassumere e di non “vomitare”, di nuovo, tutto il CV. Cercate di menzionare gli aspetti più importanti di voi e ricordatevi che quel giorno, non sarete gli unici a passare per quella stanza.

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Successivamente, sarà compito dei recruiters presentarsi e presentare l’impresa.
Saranno loro a gestire il colloquio ed a porvi tutte le domande del caso.
Cercate di rispondere, fare scena muta non aiuta.
Se non capite la domanda, chiedete di riformularla.
Se siete nervosi, scusatevi per la tensione e rispondete.
Fate sempre finire di parlare il recruiter e cercate di non interromperlo.
Badate che le domande che vi vengono poste, servono per dare o certezze, chiarire dubbi o confermare l’idea che quella impresa si è fatta di voi. 
In questa “conversazione”, verranno fuori molti aspetti di entrambi e capirete (voi come loro) se potrete divenire colleghi.
Spesso e volentieri i colloqui servono più per valutare il vostro carattere e modo di porvi.
Infatti, se è  vero che è “facile” valutare le vostre qualifiche, più difficile lo è per il vostro carattere.
Chiaramente, può capitare che vi vengano poste domande sui vostri studi nonché sulle esperienze lavorative pregresse.
Il colloquio, non serve solo all’impresa ma anche a voi.
Molte imprese si presentano sulla carta bene ma poi sono tutt’altro.. !
Ricordate che i recruiters sono una immagine dell’impresa, la rappresentano.
Una volta finita la vostra presentazione, la loro presentazione e una volta finito il giro di domande “specifiche”, iniziano le domande più generali.

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Le vostre domande, le potete fare al momento come averle scritte prima.
Perché? perché così vi mostrerete interessati non solo al soldo bensì anche alla posizione. 
Il colloquio è una contrattazione, in questo momento potete e dovete fare domande…dopo sarà molto più difficile.
A seconda della struttura dello stesso, potrebbe essere che si parli di retribuzione, in questo caso RAL (reddito annuale lordo).
In certe imprese, si fanno più rounds di colloqui con lo stesso candidato, in modo da valutare l’evoluzione dello stesso su più aspetti.
Può essere che ci siano più persone o dipartimenti che vogliano conoscervi e quindi richiedano più appuntamenti.
Per quanto riguarda la retribuzione, fate in modo che siano loro a parlarne e non voi.
Qualora l’impresa non mostri accenno di interesse al riguardo, chiedete se ci sono altri rounds e successivamente chiedete: “Volevo chiedervi se si parla in questo colloquio o in un eventuale secondo colloquio delle condizioni retributive.”
Ricordate, è lecito chiederlo, non state ponendo delle condizioni in quanto come loro possono chiedervi se state facendo altri colloqui, voi potete chiedere se si parlerà in quell’occasione della retribuzione o no.

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Parte 5: colloquio finito.

Una volta finito il colloquio, chiedete quando vi risentirete, se saranno loro a scrivervi o se sarete voi a farvi sentire.
Ringraziate per il tempo dedicato e salutatevi con una stretta di mano.
Scrivetevi nero su bianco quello che vi è piaciuto e quello che non vi è piaciuto, fatelo perché col passare del tempo dimenticherete aspetti rilevanti del colloquio.
Ricordatevi che come voi, ci saranno molti altri candidati e ci possono essere anche posizioni più “urgenti” da ricoprire, quindi accettate….che la risposta della impresa possa tardare.
Mettete in preventivo, 2/3 settimane per una risposta.
Qualora l’impresa non si faccia viva e ripetete l’interesse che avete per la posizione e per l’impresa.
Qualora riceviate un esito negativo, chiedete sempre un tipo di feedback per sapere come migliorare il vostro profilo.
Potrebbe essere che l’impresa non vi risponda mai a questa domanda ma quanto meno mostrerete ancora una volta di essere professionisti.

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Conclusioni.

Come vedete anche un colloquio può essere tosto, molte cose non possono essere consigliate perché dipendono da voi.
Dipendono dalla vostra preparazione, dal vostro carattere e dai vostri nervi.
Non demoralizzatevi se non verrete assunti, significa solo che per quell’impresa e/o posizione non siete un profilo consono.§
Per ogni colloquio, ci possono essere molteplici motivi per i quali non verrete assunti.
Potreste essere non qualificati, sovra qualificati, potreste chiedere una retribuzione troppo alta oppure il vostro carattere non potrebbe essere in linea con quello dei recruiter.
Accettate inoltre che alcune imprese possano decidere, per motivi di bilancio, di chiudere alcune posizioni e di convertirle in stage, per tagliare i costi.
Accettate che alcune posizioni possono essere più urgenti di altre.
Non dimenticate che sono i recruiter che decidono e che essendo anche loro esseri umani, anche loro possono fare errori.
Ci sarà sempre qualcuno più preparato di voi e con più esperienza.
Ci sarà sempre un raccomandato, ci sarà sempre un recruiter che non sa lavorare….
Voi valete e magari là fuori ci saranno altre imprese che invece, vogliono conoscervi nonché assumervi!
Continuate quindi a cercare lavoro, adattate il vostro CV e lettera di presentazione all’offerta.
Per il resto, che la forza sia con voi!

Cià cià!

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Cercare lavoro: episodio 3 | Corsi

Carissimi e carissime,

benvenuti ad un nuovo episodio dove cercherò di non scassare la m****a con articoli prolissi.
Dopo i primi due articoli, dove ho raccontato come cercare lavoro e quali punti fondamentali deve avere un CV nonché una lettera di presentazione, passiamo ora ai corsi di formazione.
Ovviamente, parto dal presupposto che ognuno di voi abbia già concluso una formazione universitaria di primo e secondo livello oppure primo livello più master di primo livello.

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Laurea, specialistica, master….ed ora? 

Tralasciando velatamente il mercato del lavoro italiano, ossia la saturazione, la tardiva entrata dei giovani (ecc ecc ecc) bisogna tenere conto che:

– Per alcuni settori/mestieri non serve alcuna formazione universitaria.
– Per alcuni settori/mestieri serve una formazione universitaria.
– Per alcuni settori/mestieri la formazione è da affiancare alla realtà del settore in questione.

Badate che per architetti, ingegneri (in tutte le declinazioni), medici, avvocati e via di seguito, una formazione universitaria è d’obbligo.
Per certe posizioni invece, è molto relativo il titolo di studio universitario.
Dico relativo perché il know-how presente in una impresa, può bastare eccome per svolgere le funzioni richieste.

Cosa significa tutto ciò?

Significa che, per esempio, se vi laureate in Marketing, affrontando ogni tematica dello stesso, non è detto che vi venga insegnato l’uso di strumenti quali Adwords, Google Shopping, Google Analytics e via di seguito.
Lo stesso vale per chi studia economia con specializzazione in logistica, molto probabilmente non viene insegnato l’uso di un AS400 oppure di SAP (uno degli ERP più usati insieme a Oracle).

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Per semplicità, immagineremo 2 scenari:
Il primo, quello di una persona laureata, specializzata e masterizzata a dovere che non trova lavoro e che quindi, deve cercare, attraverso una formazione, di divenire appetibile.
Il secondo, tutt’altro, ossia quello di una persona, già inserita nel mondo del lavoro che ha voglia o di imparare qualcosa di nuovo o di volersi aggiornare/specializzare o reinventare.
Vediamo quindi, come si possono acquisire nuove competenze.

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Come acquisire nuove competenze?

1) Riscrivendosi all’università
Ebbene sì, riscrivendovi all’università potrete imparare qualcosa di nuovo.
Consiglio questo caso solo se siete già lavoratori.
Non dimenticate l’alternanza lavoro-vita-studio, che metterà a dura prova i vostri nervi nonché il vostro spirito.
Senza dimenticare le tasse universitarie da pagare…

2) Corsi di formazione professionali
Spesso enti regionali oppure scuole private offrono corsi formativi volti a formarvi in un determinato ambito.
Informatevi nel vostro comune e provincia.

3) Corsi online 
Sono i miei preferiti ma bisogna vedere cosa volete ottenere.
Ci sono tantissimi MOOC (Massive Online Open Course) che vi permettono di studiare da casa online e di imparare qualcosa di nuovo.
Vi elenco qui alcune piattaforme:
– Udemy
– Funmooc
– OpenSAP
– Google Academy
– Ninja Academy

4) Corsi di lingua
Ebbene sì! anche imparare una nuova lingua può arricchire il vostro profilo!
Controllate nel vostro settore che lingue vengono richieste oppure a seconda di dove abitiate.
Personalmente, ritengo che gli italiani, per la storia e posizione dell’Italia debbano sapere (oltre che all’italiano) il francese, l’arabo, il tedesco, lo spagnolo e l’inglese.
Benvenute sono le lingue asiatiche, il russo ecc ecc.
Io parlo 5 lingue e ho già conosciuto gente che in testa ne ha 6 o 7, presto diverrà la normalità parlare 4/5 lingue. Muovetevi.

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5) Informatica
Carissimi, lo vedete anche voi quanto si sta digitalizzando il mondo?
Imparare anche un solo linguaggio di programmazione (HTML, C++, Python, R, Java) può veramente aprirvi enormi possibilità di lavoro.

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Conclusioni

Come avete visto, ci sono molteplici modi per acquisire nuove competenze.
Quello che conta, oltre ad averle imparate è che vi rimangano chiare in testa e che le applichiate.
Altrimenti, potete fare anche 10 corsi di formazione ma se non applicate nulla di quanto studiato, difficilmente potrete far valere quanto dichiarate di sapere.
Pare abbastanza chiaro che per chi è appena uscito dall’università non sia necessario affrontare un altro master. Spesso è il master stesso a darvi sbocco nel mondo del lavoro. Bisogna dire, tristemente, che certi master hanno preso la connotazione di pagare per lavorare…
Per quanto concerne invece chi già lavora, i margini sono, a mio avviso più ampi, in quanto si ha già una visione del mondo e magari si sa cosa si vuole fare.
Come avete visto siamo così giunti alla fine anche di questo articolo!
Se avete domande scrivete pure, magari risponderò…..o forse no.
Cià cià

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Cercare lavoro: episodio 2 | CV e CL

Eccoci al secondo episodio, sperando che il primo vi abbia dato delle dritte su come iniziare a cercare e sopratutto che non vi abbia fatto annoiare e/o scartavetrare i maroni.

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In questo episodio, parleremo di CV e lettere di presentazione!
Cercare lavoro si compone di molte fasi nonché di tasselli, ognuno con una sua importanza.
Iniziamo con il Curriculum Vitae.

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Il CV è la vostra presentazione, essendo tale deve essere completo, chiaro e quasi perfetto.
Dico quasi perfetto perché purtroppo molti responsabili di personale, possono essere puntigliosi e cercare il pelo nell’uovo vedi per esempio errori di formattazione, spaziature e non solo.
Essendo la vostra presentazione deve rispondere al vero, solo su alcuni fatti potete “alzare l’asticella”, su altri non potete dichiarare il falso e/o attribuirvi studi di cui non avete alcuna prova.
Cosa ben diversa, è avere esperienza pratica in relazione ad un determinato argomento che gravita nell’universo dei vostri studi e/o esperienze lavorative.
Iniziamo quindi con gli elementi che devono essere presenti al fine di ottenere quel primo lavoro che tanto volete.

——-DISCLAIMER———
Non esiste una verità unica su come fare un CV.
—–FINE DISCLAIMER—-

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Iniziamo, ecco gli elementi:

1) Recapiti corretti: telefono, indirizzo, mail.
2) Dati anagrafici e foto professionale elegante (se possibile).
3) Breve presentazione, che riassuma chi siete e cosa cercate.
4) Esperienze lavorative.
5) Studi.
6) Conoscenza lingue straniere.
7) Interessi.
8) Capacità informatiche.
9) Attività di volontariato.
10) Autorizzazione trattamento dati personali.

Come avete visto ho individuato alcuni elementi fondamentali che devono essere presenti nel vostro CV e che senza i quali, potreste non dare tutti gli elementi di valutazione al recruiter o alla persona (o persone) che valuterà il vostro CV.
Adesso andremo nello specifico di alcuni di essi.

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3) Breve presentazione, che riassuma chi siete e cosa cercate.

Ogni volta che andate a creare un CV (vostro o per qualcuno) dovreste inserire, sotto il vostro nome e cognome, un mini presentazione che riassuma chi siete e presenti la posizione che state ricoprendo in quel momento.
Perché? Perché in questo modo chi leggerà il vostro  CV, coglierà subito chi siete e potrà iniziare a comporre la sua visione di voi.
Cercate quindi, di inserire una breve presentazione di chi siete, 2/3 righe massimo da mettere in cima al vostro CV.

4) Esperienze lavorative.

Elencate le vostre esperienze lavorative in ordine cronologico, specificando la data di inizio/fine, posizione ricoperta, impresa, luogo.
Cercate di schematizzare la mansioni, inserendo parole chiave che elenchino in maniera esaustiva di cosa vi siete occupati.
Se siete dei commerciali e se avete gestito dei budget indicate l’importo, se invece avete gestito una squadra, indicate quante persone. Ricordatevi che a seconda del lavoro che state cercando è bene indicare o non indicare una determinata mansione svolta.
Perché? Perché ogni lavoro svolto, arricchisce il vostro profilo e può essere determinate per farvi emergere tra tutti i candidati.
Vi faccio un esempio, se per 5 anni avete fatto il cameriere (o la cameriera) e vi state candidando per una posizione di analista, potrebbe essere irrilevante questa esperienza. Se invece, vi state candidando per una posizione che abbia a che fare con clienti e/o pubblico ebbene, scoprirete che è rilevante aver fatto 5 anni il cameriere/la cameriera in quanto sapete parlare con il cliente e gestire il contatto con il pubblico.

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5) Studi.

Fondamentali in quanto per ogni mansione, ci deve essere una preparazione svolta precedentemente. Elencate gli studi che avete svolto, in ordine cronologico, schematizzate cosa avete studiato, indicate il voto (NON MENTITE), l’ateneo. Se avete trascorso un anno all’estero durante il vostro percorso di studi indicatelo pure e sintetizzate il tutto come per il resto. Non dimenticate che, purtroppo, il mondo del lavoro e quello accademico sono molto asimmetrici e che quindi ci può essere una forte discordanza tra le mansioni da svolgere ed i vostri studi. Certi impieghi addirittura, non avrebbero nemmeno bisogno di studi… senza nulla togliere a nessuno dei due eh! badate bene!
Indicate quindi anche i corsi di formazione che avete svolto e se possibile allegate il documento PDF che certifichi ciò, sia esso laurea sia esso master.

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6) Conoscenza lingue straniere.

Qui c’è da fare un bel discorsino in quanto può essere un bel tasto dolente come no. A grandi linee vi consiglio di essere realisti con il vostro livello di lingue in quanto potreste essere valutati in sede di colloquio. Siate ben consci che non potete sapere chi vi valuterà, magari avete fortuna e vi trovate davanti qualcuno che non ha la più pallida idea e/o il livello adeguato per dare valutazioni.
Oppure siete sfigati e vi beccate qualcuno che il livello lo ha e vi sgama di brutto.
Indicate quindi le lingue che conoscete ed il loro livello (A1 —>C2), partite dal livello madrelingua a scendere…..e non fatevi sgamare, grazie.
Ricordate che, se la posizione in questione richiede un contatto con clienti, fornitori e/o partner stranieri, potrebbe essere fondamentale avere il B2 di questo nonché il C1 di quell’altro.

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7) Interessi.

Personalmente ritengo molto importante menzionare gli interessi.
Perché? Perché aiutano a delineare la vostra personalità e magari sono gli stessi di alcuni impiegati dell’impresa. Inoltre, gli interessi servono per identificare la vostra motivazione (eventualmente passione) per i prodotti e/o servizi che l’impresa in questione offre. Chiaramente, se siete degli esperti di logistica e vegetariani, dubito fortemente che vorreste lavorare in una impresa che produce salumi e carne anche se la vostra posizione prevede solo un controllo di documenti e la carne….ecco, giusto descritta in bianco e nero la vedreste. Potete descrivere i vostri interessi sommariamente oppure inserire dei simboli che rappresentino i vostri interessi.

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8) Capacità informatiche.

Bel casino. Sì, perché le capacità informatiche, alla luce della velocissima e fortissima digitalizzazione che ci sta travolgendo, sono divenute fondamentali.
Ricordate che qui rischiate tanto in quanto si può provare subito se siete bravi con Excel o meno. Ovviamente, in certe facoltà si “insegna” ad usare il pacchetto office, in altre no. Pertanto indicate il classico pacchetto office ma siate consapevoli di dover vedere un tutorial o di cercare alcuni esercizi online da fare. Indicate, qualora la posizione richieda certe capacità, tutti i programmi che sapete usare (per esempio se siete grafici, Indesign, se siete Arch AutoCad ecc ecc), anche i programmi di chat (aziendale eh….mica Telegram e WhatsApp) valgono. Resta il fatto che se non fate pratica, difficilmente potrete assimilare l’uso delle funzioni.
Consiglio comunque, di seguire dei tutorial per avere quanto meno una conoscenza teorica, piuttosto che fare scena muta.

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9) Attività di volontariato.

Simile agli interessi, elencate che attività svolgete. Rafforzerà i vostri interessi e l’immagine della vostra personalità e se combacia con l’attività sociale dell’impresa……potreste essere interessanti per quella impresa.

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Lettera di presentazione (in Inglese CL, cover letter).

Certe imprese, richiedono una lettera di presentazione.
Che differenza con il CV? Enorme.
La lettera di presentazione, deve presentarvi e non deve ripetere il CV.
Nella lettera di presentazione, dovreste raccontare chi siete, catturare l’attenzione della persona (o delle persone che la leggono), elencare punti chiave del vostro profilo. Dovreste spiegare cosa sapete fare, come avete imparato a fare quello che sapete e come sapete applicare quanto imparato, al caso specifico. 
Cercate di scrivere una pagina, occhio alla formattazione, ai refusi e sopratutto, state attenti quando fate copia/incolla. Controllate sempre ogni lettera di presentazione perché se verrà letta da chi controlla anche una virgola, mi spiace ma verrete scartati.
Allegate il CV e la lettera di presentazione in formato PDF.
Per il CV, vale la stessa cosa, ossia occhio agli errori di battitura, occhio alla formattazione. Se non avete idea di come fare il vostro CV, ci sono un sacco di modelli pronti per essere usati nonché ci sono un sacco di tutorials du youtube su come disegnare il vostro CV.

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Eccoci qui alla fine di questo lungo post.
Spero di avervi dato le dritte su come compilare un CV e sulla ratio che c’è dietro ad ogni parte del CV. Se dovessi aggiungere qualcosa, direi di adattare sempre il CV all’offerta, sempre…..per quanto possibile.
Per il resto, che la forza sia con voi.

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Ps: se avete domande, scrivete pure. Magari se ho tempo vi rispondo.

Cià cià

 

Cercare lavoro: episodio 1 | Canali


Eccoci al primo episodio, come cercare lavoro e non solo…
Vi siete appena laureati e avete voglia di guadagnare e sperperare come si deve?
Come si cerca lavoro quindi? quando iniziare?
Quali consigli si possono dare a chi cerca lavoro da zero?
Fortuna? culo? forza? motivazione?
Vedremo insieme quali linee guida vi consiglio per trovare lavoro ed iniziare una routine diabolica che porterà a chi soddisfazione a chi un bel burnout.

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Cercherò brevemente di dirvi la mia, senza passare per il saputello di turno e di dare, bene o male, delle dritte.

Se avete letto la mia introduzione, vedrete che ho già menzionato il fatto che in Italia, il salto/accompagnamento dall’università alle imprese è fatto male.
Certamente sono d’aiuto, saloni dove le imprese con i loro stand si presentano e permettono a voi studenti di presentare la vostra candidatura.
Tutto bello sì, peccato che siete in 4/5 mila e che, essendo anche gli espositori esseri umani e non macchine, molto probabilmente si saranno dimenticati di chi ha lasciato una buona impressione.

Fondamentale ovviamente, è non solo la facoltà ma anche il mercato del lavoro che ogni professione ha.
Non dimenticate che dietro ad ogni professione c’è un mercato, un’evoluzione della posizione nonché un cambiamento delle normative vigenti.
Pensate solo ad una ennesima riforma delle pensioni che prolungano gli anni di contribuzione e conseguentemente l’entrata nel mondo del lavoro…

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Tralasciando quali facoltà scegliere, scelta che è individuale, vorrei soffermarmi, appunto, su come cercare lavoro.
Come potete fare? ecco alcune idee:

1) Cercate attraverso la vostra rete di contatti

Ebbene sì, la vostra rete di contatti (o network, che in inglese fa più figo) può darvi molte più chances rispetto ad una application (troppo inglese, diciamo candidatura).
Avere conoscenze, permette di aggirare il sistema e stabilire un contatto preferenziale.
La vostra rete può essere sia la vostra squadra di calcetto, come corso di lingua, corso di pittura, volontariato, compagni di scuola, vicini di casa…..famigliari e via dicendo!

2) Università 

Le università offrono spesso una rete di contatti con imprese del territorio, consorzi, istituti di ricerca e non solo. Le banche dati quali Almalaurea possono essere un buon inizio per promuovere il proprio profilo.

3) Portali quali Indeed, Monster, Infojobs

Questi siti offrono alle imprese la possibilità di promuovere la loro ricerca di
garantendo traffico, clicks e via dicendo.
Attenzione però, tutti questi annunci possono essere vaghi, poco chiari e strani…
Non voglio dire che si tratti di truffe, voglio bensì mettervi in guardia in quanto
tantissimi lavori, hanno descrizioni ambigue proprio perché il mercato del lavoro non è, per alcune mansioni, chiaro e definito come un corso di studi universitario.
Detto ciò, consultate pure questi siti e vedete se per ambito, regione e via di seguito troverete qualcosa di interessante.

4) Siti di imprese

I siti delle imprese sono il canale più classico per cercare lavoro, in quanto potrete inviare la vostra candidatura direttamente all’impresa che a sua volta inserirà il vostro profilo nella loro banca dati. Tramite questo processo siete direttamente in contatto con l’impresa e potrete reperire molte informazioni sul servizio o bene prodotto dalla medesima.

5) Social media professionali come LinkedIn o XING

Anche loro giocano un ruolo fondamentale nella ricerca di un lavoro o stage ma non sono la panacea di tutti i mali. Tramite questi due siti, potete promuovere il vostro profilo e fare in modo che recruiters e non solo, vedano il vostro profilo e vi contattino qualora il vostro profilo sia quanto ricercato all’interno dell’impresa.

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6) Bandi e concorsi 

Non dimenticate che lo stato è il primo datore di lavoro e che essendo l’apparato
statale costituito da persone, può essere che ci sia un concorso/bando che vi dia
la possibilità di concorrere ad un posto in un determinato ministero e non solo.
Anche qui però ci sono magagne, complotti, irregolarità, ordini 66 ( sono per chi la capisce) che renderanno il vostro concorso difficile da affrontare.
Preparatevi bene e che la forza sia con voi!

Nel prossimo episodio vi parlerò di come scrivere un CV, vi darò altre linee guida da applicare.

Che la forza sia con voi!

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Ecco il blog.

Buonasera Londra come direbbe V oppure buonasera Italiani e non.

Dico Italiani e non perché, vivendo pur lontano migliaia di Km dalla bella e cara Italia, non mi capacito delle critiche sull’Italianità o meno del recente vincitore di Sanremo…il giovine caro Mahmood.

Affronterò questo tema più avanti assieme ad altri, in quanto ritengo che gli Italiani non sono pronti ad accettare una multiculturalità che invece dovrebbe appartenere loro….e da tanto tempo….a loro insaputa ovviamente.

In principio, l’idea dietro a questo blog era un’altra, ossia quella di dare consigli a neolaureati che si accingono ad iniziare il loro primo lavoro: cercare un lavoro.

Non voglio sembrare arrogante o quant’altro ma purtroppo troppe cose, in tema lavoro e formazione, sono tralasciate, lasciate allo sbando, senza alcuna idea di fondo e/o base sulla quale lavorare.

Non esiste una verità assoluta sulla ricerca di un primo impiego.

Esistono sì, delle linee guida, dei consigli da adattare ad hoc.

Se avrete pazienza, vi racconterò quanto ho imparato negli ultimi 5 anni.

Non voglio essere il vostro prete della domenica o coach motivazionale, voglio solo infondervi quella fiducia,condividere la formazione che in Italia non viene fatta bene (salvo alcuni rari casi) ed aprire il dibattito.

Solo informati ed uniti si vince, divisi tra guelfi e ghibellini non si va da nessuna parte.

Non siete d’accordo? Non vi sembra utile? Potete sempre fare come Maccio Capatonda:

Ps: nella foto in alto Flat Eric, mentre lavora.